L’arrivo delle bollette di Riveracqua con l’applicazione retroattiva delle nuove tariffe del servizio idrico integrato sta generando proccupazione e proteste da parte dei cittadini. Le modifiche tariffarie coinvolgono 32 comuni dove opera Rivieracqua e il tema deve essere affrontato a livello provinciale.
L’aumento per il comprensorio di Sanremo è uno dei più contenuti della provincia e si attesterà su 0,35 euro al metro cubo, ma la sua applicazione retroattiva calcolata dal 2022 si tramuta in una cifra importante, anche se rateizzabile e non ripetibile, che ricade sui bilanci familiari e sulle attività produttive, turistiche e commerciali.
Comprendiamo e condividiamo la giusta preoccupazione e lo sconcerto dei cittadini raggiunti dagli importi inaspettati.
Quello che ogni singolo comune può fare nell’immediato è confrontarsi all’interno di Rivieracqua per ottenere una proroga dei tempi e una rateizzazione che permettano alle famiglie e alle attività produttive di affrontare con minore affanno una spesa così importante e imprevista, oltre a prevedere un aiuto economico per la famiglie in particolare stato di necessità.
Le nuove tariffe sono state determinate dall’Ato Idrico, nel quale sono rappresentati tutti i comuni serviti da Rivieracqua, e sottoposte all’approvazione dell’ARERA, Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, così come la loro applicazione retroattiva a partire dall’anno 2022.
Seguiremo con molta attenzione eventuali iniziative messe in campo dalle associazioni di consumatori e di attività produttive ma un amministratore responsabile deve sottolineare, in attesa di riscontri giuridici a tali iniziative, che ogni contestazione del singolo cittadino sulla legittimità delle decisioni dell’ATO e di ARERA rischia oggi di ritorcersi contro il cittadino stesso visti anche i diversi pronunciamenti giuridici su situazioni analoghe in altre parti d’Italia.
Ogni altra considerazione sull’acqua pubblica, sull’apertura a un socio privato, sulla gestione passata, presente e futura della società pubblica Rivieracqua merita la massima attenzione ma non è risolutiva di questo problema contingente: qualunque gestione dell’acqua pubblica dovrà tenere conto che in Italia, in media, ogni metro cubo d’acqua viene pagato 2,1 euro contro i 3,2 di media Ue, i 9,9 euro della Danimarca e i 6,3 euro della Germania. La tariffa media molto bassa limita gli investimenti necessari per la manutenzione e il miglioramento del servizio idrico integrato, che comprende i servizi di prelievo, trasporto ed erogazione dell’acqua all’utente, la gestione dei sistemi fognari e la depurazione delle acque reflue. Tutto questo condizionerà ogni decisione futura sulla gestione di Rivieracqua.